venerdì 6 agosto 2010

Ambulanza Alfa Romeo F12

Ambulanza Alfa Romeo F12

Ambulanza Alfa Romeo F12

L'Alfa Romeo F12 fu introdotto nel 1967 per sostituire la precedente versione del furgone milanese; era stato leggermente ammodernato nello stile e, soprattutto, montava il nuovo motore 1.3 della Giulia. Per quanto riguarda le ambulanze, esso proseguì il successo del Romeo 2 ed alcuni esemplari continuarono a rimanere in servizio addirittura fino agli anni Ottanta. L'immagine presenta un allestimento Boneschi life-car, dotato di avanzati strumenti di pronto soccorso. Molto completa era la dotazione di attrezzi per la districazione applicati al portellone laterale del vano sanitario.

Ambulanza Fiat 238

Ambulanza Fiat 238

Ambulanza Fiat 238

Il Fiat 238 fu la naturale evoluzione del 1100 T, anche in fatto di ambulanze. Arrivò nel 1967, basato sulla meccanica a trazione anteriore dell'Autobianchi Primula e la Casa madre si preoccupò di offrirne una sua versione sanitaria ufficiale, realizzata nuovamente dalla Carrozzeria Savio. In un primo tempo, la configurazione interna non variò rispetto a quella delle ambulanze precedenti, restando molto semplice, priva di attrezzature e con solo una o due barelle, un armadietto, due strapuntini ed eventualmente un piccolo lavandino. Curiosamente, all'esterno fu mantenuto il vecchio "occhio di Polifemo", ormai non più obbligatorio da quasi un decennio.

Ambulanza carrozzata Garavini

Ambulanza carrozzata Garavini

Ambulanza carrozzata Garavini

La carrozzeria Garavini fu fra le più prolifiche nella realizzazione di ambulanze. Eusebio, il fondatore, si dedicò a questa attività già durante la Grande Guerra e non l'abbandonò neppure quando, durante gli anni Trenta, le sue fuoriserie sportive erano all'apice del successo. In questa pagina è ritratta una versione su base Fiat 508 L, costruita nel 1938. Decisamente razionale e ben rifinito il vano interno con armadietto, lavandino, due strapuntini ripiegabili e due barelle

Ambulanza Lancia Aurelia B 51

Una elegante e costosa Lancia Aurelia B 51 realizzata dalla carrozzeria Monterosa per la Misericordia di Prato. La disposizione interna risponde alle richieste specifiche delle Misericordie fiorentine con la barella centrale ed i sedili ai lati per i quattro addetti previsti per la squadra di intervento.

Ambulanze della Croce Bianca di Brescia nel 1919

Ambulanze della Croce Bianca di Brescia nel 1919

Ambulanze della Croce Bianca di Brescia nel 1919

Tre ambulanze ritratte durante una dimostrazione della Croce Bianca di Brescia nel 1919. Il veicolo a sinistra è un autocarro leggero Fiat Tipo 1 F, così come probabilmente quello centrale, che presenta le medesime ruote posteriori gemellate. Quella a destra è invece una Züst 25/35 Hp.


Ambulanza FIAT

Se le Fiat sono state la più diffusa base di partenza per la costruzione di ambulanze, ciò non significa che siano state le uniche. Anche le milanesi Bianchi godevano infatti di un discreto successo come vetture di media cilindrata e se ne trovavano diverse adibite ad uso sanitario. Ne sono un esempio le due ambulanze della prima metà degli anni Trenta di queste pagine. In questa si vede una Bianchi S5 della Croce Rossa, allestita da Schieppati con due barelle centrali sovrapposte; si possono notare anche i due sedili per i soccorritori posizionati in senso contrario a quello di marcia, con le spalle alla parete divisoria, il lavandino sul passaruota destro ed un armadietto per una minima dotazione di medicamenti di primo soccorso su quello sinistro.

Ambulanza -

Ambulanza


Un'ambulanza di soccorso (2010), su base Fiat Ducato

L'ambulanza, nel significato moderno del termine, è un veicolo a motore permanentemente adibito al primo soccorso e trasporto di feriti o malati. Nei secoli precedenti, il termine era utilizzato per i carri militari destinati al trasporto dei feriti, ma anche per indicare gli ospedali da campo o di fortuna, allestiti durante la battaglia. Con l'avvento delle automobili, nei primi decenni del XX secolo, fu coniato il termine autoambulanza che distingueva la tipologia dei mezzi e ormai divenuto desueto, vista la scomparsa delle ambulanze a trazione animale.


Storia

Carro trasporto feriti (1900)
Una Bianchi S9 della Croce Rossa Militare
Idroambulanza a Venezia

Risalgono al IX secolo, sotto il regno dell'imperatore Leone VI di Bisanzio, le prime notizie storiche circa una speciale organizzazione militare, dedicata al trasporto e alla cura dei feriti, nell'esercito dell'impero romano d'oriente.

Nel 1124, durante la tentata invasione della Francia, da parte delle truppe germaniche al comando dell'imperatore Enrico V, venne formata una grande coalizione francese che mise a disposizione di Luigi VI di Francia un esercito imponente. È in questa formazione militare che si ha notizia di un reparto pensato per il soccorso ai feriti che comprendeva carri per il trasporto dal campo di battaglia ed una serie di carriaggi attrezzati. Questi ultimi erano dotati di materiale per le medicazioni, acqua, vino e altri generi di conforto e venivano posizionati in cerchio, allo scopo di delimitare e proteggere un'area entro la quale si potessero apportare le cure del caso, in relativa tranquillità. Da quel sistema nacque il duplice significato di "ambulanza" per definire sia il carro da trasporto feriti, sia l'ospedale da campo, rimasto in uso fino all'inizio del XX secolo.

La storia dell'ambulanza risale al XIII secolo, quando si diffusero le prime lettighe, trasportate a mano. Fu però il barone Dominique Jean Larrey, chirurgo francese al seguito dell'armata napoleonica, ad introdurre il moderno concetto di ambulanza come mezzo adibito al trasporto dei feriti sui campi di battaglia.

L'evoluzione di questo tipo di veicoli procedette di pari passo con il perfezionamento del soccorso sanitario sui campi di battaglia della guerra di Crimea (1854-1856), durante la quale ogni paese cominciò a sviluppare tecniche di soccorso differenti. Il sistema che riscosse più successo fu quello che Florence Nightingale mise a punto per l'esercito inglese e che riconosceva che "un trasporto soddisfacente di ammalati e feriti è il primo requisito per salvare loro la vita". Tale fu la portata di questa innovazione che persino gli eserciti russo e il neonato statunitense lo presero a modello.

Lo sviluppo dei metodi di soccorso e dei veicoli adibiti all'uopo continuarono fino ad una nuova "rivoluzione": durante gli anni della guerra del Vietnam, l'esercito statunitense contribuì ad un ulteriore sviluppo dei mezzi di soccorso, utilizzando in particolare l'elicottero di soccorso per evacuare i feriti da zone impervie e difficilmente raggiungibili in altra modalità.

Con lo sviluppo dei mezzi di soccorso, quindi, si è evoluta la nozione di veicolo adibito al trasporto feriti, fino a comprendere elicotteri, autobus e navi, come per esempio a Venezia, dove le ambulanze, di norma, sono imbarcazioni dette idroambulanze.

Le ambulanze in Italia [modifica]

Un'ambulanza italiana del 2004
Ambulanza svizzera con livrea ad alta visibilità

Caratteristiche

In Italia la costruzione delle ambulanze è regolamentata dal Decreto Ministeriale 553 del 1987[1], che ne individua due tipologie:

  • tipo A, autoambulanza di soccorso attrezzata per il trasporto di infermi o infortunati e per il servizio di pronto soccorso, dotate di specifiche attrezzature di assistenza;
  • tipo B, autoambulanza di trasporto attrezzata essenzialmente per il trasporto di infermi o infortunati, con eventuale dotazione di semplici attrezzature di assistenza.

La normativa europea prevede invece una diversa classifcazione:

  • tipo A, autoambulanza per il trasporto di pazienti attrezzata per il trasporto di pazienti non gravi, divisa in
    • tipo A1 o A2, a seconda che possa trasportare solo una o più persone;
  • tipo B, autoambulanza per il pronto soccorso, per il servizio di emergenza e per il trasporto, il trattamento di base ed il monitoraggio dei pazienti gravi;
  • tipo C, unità mobile di terapia intensiva, per il trasporto, il trattamento avanzato ed il monitoraggio dei pazienti gravi.

Le ambulanze di soccorso vengono usualmente categorizzate, in base all'equipaggio e ad alcune strumentazioni particolari presenti a bordo, in:

  • MSB, Mezzi di Soccorso di Base con a bordo solo soccorritori;
  • MSAB o MSI, Mezzi di Soccorso Avanzato di Base o Intermedio, con a bordo anche un infermiere;
  • MSA, Mezzi di Soccorso Avanzato, con a bordo soccorritori, un medico e generalmente anche un infermiere; sono spesso attrezzate con presidi sanitari di competenza medica, come ad esempio un defibrillatore manuale o il necessario per l'intubazione.

Ogni ambulanza è divisa tra il compartimento guida, occupato dall'autista e da un eventuale passeggero, e il vano sanitario posteriore, che viene occupato dai soccorritori e dai pazienti trasportati. Il vano sanitario deve essere separato dalla cabina di guida mediante un divisorio, in cui possono essere inseriti vetri di sicurezza e una porta o uno sportello a chiusura scorrevole a perfetta tenuta.

Le dimensioni minime del vano sanitario delle ambulanze di tipo A sono, con l'esclusione delle attrezzature e degli arredi:

  • lunghezza 2,40 m e larghezza 1,60 m, misurate ad un metro di altezza dal piano di calpestio.
  • altezza 1,75 m, misurata in una fascia centrale ampia 90 cm, lunga 2 m e di superficie pari a 2,4 m2).

Nelle autoambulanze di tipo B il compartimento sanitario deve essere capace di contenere, tenuto conto delle esigenze del trasporto, almeno una barella a norma UNI di dimensioni non inferiori a 1,85 per 0,56 m.

La normativa sulle caratteristiche delle ambulanze comprende anche un successivo decreto del 1997[2] che aggiorna e integra il precedente, definendo le ambulanze di soccorso per emergenze speciali come veicoli adibiti al trasporto, al trattamento di base e al monitoraggio dei pazienti.

Tra queste ricadono le autoambulanze di soccorso di proprietà o in uso al servizio 118 - Emergenza Sanitaria delle ASL, ad ospedali, cliniche, Croce Rossa Italiana o ad associazioni di pubblica assistenza o volontaristiche riconosciute, come ad esempio ANPAS, Misericordie o Croce Bianca Milano.

Il colore delle ambulanze deve essere fondamentalmente bianco, anche se ultimamente vengono autorizzati inserti gialli per aumentarne la visibilità; i mezzi devono avere lungo tutto il perimetro una fascia retroriflettente di colore arancione e il simbolo internazionale del soccorso Stella della vita sui tre lati e possibilimente anche sul cofano, dove deve essere inoltre presente la scritta speculare AMBULANZA. Le ambulanze della Croce Rossa Italiana, con targa ministeriale, hanno invece la banda laterale riflettente rossa e la croce rossa sui tre lati, al posto della stella della vita.

Nel 2002 si era diffusa una voce secondo cui l'Unione europea, in particolare il CEN (Comitato europeo di normazione) avrebbe promosso l'uso di particolari colori sui veicoli di soccorso. In realtà la notizia è falsa ed è stata smentita ufficialmente dalla Direzione generale Comunicazione della Commissione Europea, con una precisazione sul sito ufficiale[3]. La normativa CEN attualmente in vigore prevede infatti ambulanze di colore giallo o bianco con l'aggiunta, in questo ultimo caso, di inserti di colori altamente visibili.

Le ambulanze devono essere dotate infine di un dispositivo supplementare di segnalazione visiva a luce lampeggiante blu e di quello di allarme previsti dall'articolo 177 del codice della strada: si tratta dei lampeggianti blu omologati presenti su tutti i mezzi di emergenza e di una sirena bitonale, con "melodia" uguale a quella dei vigili del fuoco ma diversa rispetto a quella delle forze dell'ordine.

Presidi e dotazioni sanitarie

Vano sanitario di un mezzo di soccorso

Le principali dotazioni di bordo delle ambulanze italiane di soccorso sono:

Nel comparto guida, inoltre, sono presenti i sistemi di radiocomunicazione, i comandi per l'attivazione dei lampeggianti, della sirena e dei fari di illuminazione esterna, un estintore, attrezzi da lavoro, torce e fiaccole antivento e i fumogeni di segnalazione in caso di intervento con l'elisoccorso.

Ambulanze militari

Ambulanza militare francese con il simbolo protettivo della Croce Rossa

Le Convenzioni di Ginevra stabiliscono l'inattaccabilità dei mezzi di trasporto sanitario (autoambulanze, treni ospedali, aeromobili sanitari) e delle strutture di soccorso.

Per usufruire di tale protezione, le ambulanze sia civili che militari, così come tutti gli altri mezzi di soccorso, devono esporre uno degli emblemi protettivi previsti dalle convenzioni stesse (Croce rossa - Mezzaluna Rossa e dal 2005 il Cristallo Rosso in campo bianco); in tal caso l'emblema della Croce Rossa svolge una funzione protettiva. L'uso di tale emblema è previsto per le unità sanitarie delle Forze Armate e della Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa ma potrà essere esteso ad altre associazioni appositamente autorizzate e posto sotto il controllo dei governi firmatari. In caso di conflitto armato anche gli stessi veicoli della Croce Rossa esporranno l'emblema nella sua forma pura e più grande, sostituendo o affiancando l'emblema di dimensioni più piccole utilizzato in tempo di pace, con funzione distintiva ad indicare la specificità delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa.

Solitamente, le ambulanze militari degli stati aderenti alle Convenzioni di Ginevra adottano il simbolo protettivo permanentemente. Nessun mezzo di trasporto sanitario ancorché allestito su scafo corazzato o destinato precedentemente al combattimento può essere dotato di equipaggiamenti offensivi tipici dei veicoli da combattimento e nell'impiego dovrà comunque astenersi da qualunque atto di violenza bellica: non è concessa loro nessuna capacità offensi


Ambulanza - Wikipedia

Facebook | Video pubblicati da Marco Squicciarini: disostruzione nel lattante [HQ]

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